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Tavola rotonda sul cocktail più venduto al mondo: il Gin Tonic
A Padova, in occasione del 71° convegno nazionale AIBES dello scorso 13 ottobre, si è tenuta la presentazione del libro Anthologin di Samuele Ambrosi, che ci vede protagonisti con le nostre acque toniche
Maestro di cerimonia alla tavola Rotonda è stato Roberto Pellegrini, famosissimo bartender d’hotel di lusso e oggi autorevole formatore. Un pomeriggio di alta formazione per addetti ai lavori e amanti del Gin Tonic del quale ripercorriamo ora, con voi, alcuni dei principali temi trattati, tra cui l’importanza di scegliere e proporre sempre un’acqua tonica premium.
Per realizzare un Gin Tonic bisogna avere fondamentalmente 4 cose: un bicchiere, del ghiaccio, acqua tonica e naturalmente Gin.
Esiste il bicchiere perfetto per un perfetto Gin Tonic?
Questo è uno di quegli spinosi argomenti sul quale non si arriverà mai ad una verità assoluta.
Samuele Ambrosi, nell’antologia del Gin che ha recentemente pubblicato grazie anche al nostro contributo, chiamata appunto Anthologin, gli dedica svariati paragrafi e ne propone un esame a tutto tondo di cui ora cercheremo di estrapolare alcuni concetti base.
Il bicchiere che più viene associato al Gin Tonic e ai long drinks in generale, è il cosiddetto Tumbler.
Questo bicchiere si presenta in due tipologie: alto (HighBall) oppure basso (Old Fashioned) e, a meno che non si stia eseguendo una degustazione, è meglio puntare sulla prima categoria di tumbler.
Soprattutto negli ultimi tempi ha preso poi piede il famoso Baloon o “Copa de Balon”, come lo definiscono gli spagnoli, grandi amanti del Gin Tonic che hanno ampiamente contribuito alla diffusione di questo tipo di bicchiere che, non si può definire facilmente maneggevole, ma che dalla sua parte ha due grandi vantaggi: è molto ampio, quindi consente di contenere una buona quantità di ghiaccio, e, al contempo, il suo stelo sottile permette di evitare il contatto della mano con la superficie che contiene il drink.
Indipendentemente dal tipo di bicchiere è infatti idea comune che bisogna cercare di mantenere sempre bassa la temperatura del nostro Gin Tonic, per questo anche il bicchiere in questione dovrà essere utilizzato freddo (si può conservare in freezer o riempirlo di ghiaccio per qualche minuto e poi svuotarlo).
Ingrediente da non sottovalutare… il ghiaccio!
“Un Gin Tonic grazie, ma mi raccomando, con poco ghiaccio”, “Si sa com’è, te lo riempiono di ghiaccio per risparmiare sugli alcolici”.
Vi è mai capitato di dire, sentire oppure anche solo pensare una di queste frasi? Probabilmente all’italiano medio consumatore abituale di cocktails, almeno una volta, sicuramente si.
Abbiamo sempre stigmatizzato la presenza di “abbondante ghiaccio” nei nostri drink, senza però renderci conto che in realtà è una credenza senza fondamento.
Il ghiaccio è una componente essenziale per mantenere la già tanto decantata temperatura perfetta del nostro Gin Tonic e Samuele Ambrosi, affiancato da Roberto Pellegrini, ci ha anche illuminato su quale sia il “taglio” del ghiaccio preferibile per evitare l’effetto “annacquamento” del nostro cocktail. La forma da prediligere per eseguire il nostro “perfect serve” non sono infatti i celebri singoli cubetti di ghiaccio, ma un unico grande cubo chiamato chunk.
In Anthologin viene spiegato in maniera approfondita come questa tipologia di forma offra meno superficie di contatto con il liquido e quindi allunghi i tempi di scioglimento.
Come per tutti gli altri elementi del nostro Gin Tonic, anche il nostro ghiaccio dovrà poi rispettare degli alti standard di qualità: dovrà essere puro, compatto e non forato e ci si dovrà assicurare di conservarlo nella maniera corretta, cioè al fresco e all’asciutto.
L’acqua tonica… meglio se CORTESE o S-CORTESE
Il primo consiglio fornito da Ambrosi è stato quello di preferire l’utilizzo di toniche conservate in pack di alluminio o vetro.
Dietro a questa scelta c’è una vera e propria motivazione scientifica. La plastica infatti è un pessimo conservatore della CO2 e in breve tempo la pressione tenderebbe a diminuire, facendo perdere di briosità la bevanda.
Indipendentemente dal materiale dell’involucro è poi importante conservare le toniche al fresco, in modo tale da contribuire a mantenere la temperatura ottimale del Gin Tonic, che non va servito caldo né tanto meno a temperatura ambiente, ma freddo.
Ambrosi mette poi l’accento su un altro punto fondamentale, che magari i non addetti al settore tendono talvolta a tralasciare.
L’acqua tonica è l’elemento che andrà a comporre i ¾ del vostro Gin Tonic, quindi, premesso che è sicuramente importante far ricadere la scelta del vostro distillato su un prodotto di qualità, la vostra acqua tonica non potrà certo essere da meno.
E’ vero, la tonica non è altro che la semplice commistione di acqua, anidride carbonica, zucchero e aromi, ma sarebbe errato considerarle tutte uguali.
Spesso gli aromi aggiunti, nella fattispecie il chinino, potrebbero rivelarsi solamente dei surrogati della sostanza in sé, anziché provenire da un’origine naturale, facendo così perdere alla bevanda il beneficio del sapore autentico.
Un piccolo trucchetto per verificare allora che il prodotto utilizzato possieda ingredienti naturali è quello di esporre l’acqua tonica a una luce ultravioletta: se la bevanda diventa fluorescente (grazie alla presenza effettiva del chinino) significa che la vostra tonica sarà composta da elementi di qualità.
Le acque toniche Cortese, pure, strong, light, bio e botanica renderanno diverso e unico il vostro Gin Tonic utilizzando lo stesso gin. Italiane, eleganti, naturali, senza coloranti e conservanti con vero estratto di china naturale.
Come abbinare i Gin alle Toniche?
Anthologin vi aiuterà con un simpatico schema a fare i giusti abbinamenti: sicuramente la tonica non deve coprire il gin, ma enfatizzarlo. Utilissima è stata la nostra degustazione di acque toniche che ha permesso ai partecipanti di classificare le toniche come neutrali, aromatiche o profumate.
Come presentare il Gin Tonic: la garnish
La guarnizione ha lo scopo di esaltare ulteriormente gli aromi contenuti all’interno del vostro cocktail poiché, una volta adagiata sulla sommità di quest’ultimo, permette ai recettori retrolfattivi di attivarsi più rapidamente e in maniera più profonda. Basterà accostare le labbra al vostro Gin Tonic e, ancora prima di apprezzarne il sapore sulla lingua, avrete già un piacevole assaggio di quello che andrete a gustare.
A questo proposito sarebbe quindi importante evitare l’uso di cannucce, poiché ostacolano il ruolo giocato dall’olfatto nell’apprezzamento del vostro drink (ricordate che è il naso a farvi scoprire i sapori!).
Insomma, a questo punto non ci resta che augurarvi una buona lettura di Anthologin, che troverete in vendita sul nostro e-shop insieme alle nostre acque toniche, e invitarvi a farci sapere come verranno i vostri Gin Tonic!