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Potevamo non festeggiare il giorno dei giorni? Il 9 aprile, universalmente riconosciuto come il Gin Tonic Day!
Un drink che deve la sua nascita alla fusione delle due invenzioni che ci hanno letteralmente cambiato la vita: Il Gin e la Tonica.
Ma a cosa (e a chi) si deve l’invenzione del Gin Tonic? Per capirlo dobbiamo fare il solito passo indietro, fino al lontanissimo 1700 (millesettecento) quando un medico scozzese, George Cleghorn, scoprì che il chinino (un alcaloide naturale originariamente ricavato dalla corteccia della pianta andina Cinchona già conosciuta e adoperata come medicamento dagli spagnoli nel XVII secolo) era in grado di prevenire la malaria. I marinai dell’epoca che erano afflitti dalla malaria, cominciarono ad usare il chinino (decisamente molto amaro) insieme al gin, l’acqua, il lime e lo zucchero. Il gioco sembra fatto, ma bisogno aspettare ancora qualche anno (1783), quando il signor Schweppe (vi dice qualcosa il nome?) inventa la soda (futura acqua tonica) – venduta, ovviamente, prima come rimedio medicamentoso e poi come bevanda. La storia ci dice quindi che il nostro amato Gin Tonic, tra malattie e invenzione, viene miscelato da più di duecento anni. Inutile aggiungere che come tutte le belle storie e leggende ha varie sfaccettature che riguardano le colonie Olandesi, le Americhe e molto altro, ma quello che dovete assolutamente sapere adesso lo sapete, il resto è leggenda.
Ma come possiamo rendere omaggio a questo incredibile e amatissimo drink? Ovviamente mettendolo in un bicchiere e per farlo nel migliore dei modi abbiamo fatto un giro tra vari amici bartender e chiesto qual è (secondo loro) il perfect Gin Tonic. Abbiamo usato tutti i mezzi necessari per contattarli, non abbiamo badato a spese, da Messenger a Instagram, passando anche per Whatsapp: ed ecco i Gin Tonic che assolutamente dovete prepararvi in questo giorno di Festa.
– Alessandro Simeone (AcquaRoof Terrazza Molinari) –
Alessandro Simeone, romano classe 1989, cresciuto professionalmente in varie città europee e alle Isole Canarie, al bancone dello Shisha, cocktail bar tra i più rinomati delle isole. Tornato a Roma, ha affrontato un lungo periodo di formazione e approfondimento presso la Mixology Academy e, dopo aver lavorato in diversi locali della Capitale, al Coho Loft Roma e al Woods come bar manager, è tornato a impugnare lo shaker dell’Acquaroof, a margine di tre anni da bar manager della struttura e del ristorante Acquolina.
BOTANIST TONIC
Freddare un tumbler alto con un chunk, eliminare l’acqua prodotta in eccesso e aggiungere:
45 ml di The Botanist 22
Tonica Cortese
Test di limone
Oli essenziali di Limone
Una foglia di salvia (come garnish)
Articolo completo e fonte: